Pensando

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Libera di Essere

mercoledì 29 febbraio 2012

Siamo tutte RossellaUrru



Rossella Urru cooperatrice di pace in Algeria è stata rapita tra il 22 e 23 ottobre del 2011 insieme ad altri due amici. Di lei non si è saputo più nulla, tranne la scorsa settimana quando i genitori hanno incontrato il Presidente Napolitano, che li ha rassicurati dicendo loro che Rossella sta bene.
Bella notizia, ma non basta, noi vogliamo che il Governo si impegni a fondo, fino a farla tornare a casa.
Qualcuno un paio di giorni fa, ha scritto che noi della rete sbagliamo a parlare di Rossella, perchè rischiamo di far allungare la sua prigionia, poichè se i media iniziano a parlarne, i rapitori alzano la posta del riscatto. Può darsi che questo sia vero, ma è anche vero che tacere serve ancora meno, a chi giova lo stare in silenzio? Non certo a Rossella e ai sui amici, anzi rischierebbero, a parer mio, di essere considerati dai rapitori un niente, inservibili alla loro causa e quindi, potrebbero disfarsene, questo è preoccupante.
Ieri il padre ha solo detto che lui non parla perchè c'è un intera rete che lo fa per lei, quindi noi oggi e domani e ancora parleremo e scriveremo il suo nome fino alla sua liberazione

Allora oggi, noi della rete, molti blogger scriviamo tutti la stessa cosa, vogliamo tutti la stessa cosa, la Liberazione di Rossella Urru. Questo sarà un urlo amplificato, dove sarà impossibile non sentirlo, a me no che i giornali, le tv, i politici, il Governo, non abbia voglia di sentire.

Oltre a Rossella Urru, ci sono altri nove connazionali ancora in mano ai sequestratori nel mondo e anche per loro non si sa niente, ed è doveroso aiutarli e farli conoscere Maria Sandra Mariani, Giovanni Lo Porto, Valentino Longo, Franco Lamolinara. Purtroppo non conosco i nomi di tutti ma conosco la voglia di vederli tornare a casa

Trovo anche imbarazzante e vergognoso che se ne parli quando sono dei cosi detti vip a farlo, la prima volta è stata Geppi Cucciari, la seconda Fiorello e qui l'apoteosi di applausi di bravo ecc... ma bravo di cosa? E' scandaloso che i giornali e gli italianetti parlino di Rossella Urru solo perchè lo ha fatto Fiorello. Questa è davvero la faccia di una brutta Italia che dimostra di non saper ragionare con la propria testa, che ha sempre bisogno del vip del momento per muoversi, insomma dimostrano di essere le solite pecore e chiedo scusa alle pecore.
Per non menzionare poi tal Mammucari che scrive "vai Fiore, Staffelli, siamo grandi, una goccia piano piano e ce la faremo". La domanda è: da quanto tempo Mammucari sa dell'esistenza di Rossella Urru?

Ma pazienza, l'importante è che ora se ne parli e che il governo si muova.

Oggi siamo tutte/i Rossella Urru

giovedì 23 febbraio 2012

Uomini di merda 100


Oggi mi dico, bene nessun problema tutto sotto controllo, il cielo è grigio e mi appisolo, Maria è in camera con me che lavora sul p.c. Non faccio in tempo ad addormentarmi che vengo chiamata, baby, baby, single mother. Non capisco. Scendo dal letto e mi si presenta una piccola bambina con una testa enorme, tanto da non poter stare dritta.
La piccola è nata senza alcuna complicazione ma ad una settimana dalla nascita Sylvia ha una forte febbre. Viene portata in ospedale dove iniziano la cura ma qualcosa non va, la testa della piccola inizia a gonfiarsi e in ospedale non le fanno nessun trattamento, tanto che la madre cambia ospedale, dove vieno riscontrato che Sylvia ah del siero nella testa e deve essere operata. L'operazione va bene ma Sylvia perde l'uso della parola, non può stare seduta, la testa è rimasta grossa e pesante tanto le che è impossibile per lei tenerla dritta, non cammina. Un piccolo vegetale che guarda e piange perchè la sua testa pesa 5k


In tutta questa brutta storia, aggiungiamo che il padre è scappato dichiarando che quella non poteva essere sua figlia. Lui non procrea figli disabili. Così ora, noi del gruppo Smocsa le abbiamo trovato una stanza dove poter vivere, ma non abbiamo il denaro per mantenerle e la madre non può lavorare perchè la piccola ha bisogno di costante aiuto. 
Qui la sofferenza non ha mai fine e li uomini fanno sempre più una bruttissima fiura, come i medici che non curano perchè non si paga ma anche con i soldi fanno sempre spallucce e dichiarano di non conoscere le cause delle malattie. Questo è un mondo civile?


Mi chiedo anche, ma questi uomini sono solo pronti a scopare e basta, possibile che nel cervello non abbiano in mente altro, sempre e solo pronti a dimostrare la loro virilità o con la violenza o con il finto amore, ma poi se ne vanno, rinnegano, ridono. E le donne? Sono le uniche che restano e soffrono e lottano e si prendono cura dei loro bambini. Dove sta la giustizia, dove sta l'umanità, dove sta Dio?

mercoledì 22 febbraio 2012

La solita brutta storia

Sedrin ha 9 anni, non parla, non sente, comunica solo con le mani e chiede quello che vuole con le mani. Sedrin ha un gran bel sorriso, gioca con tutti e dispensa sorrisi a chiunque, ma non può fare altro.
Una notte, quando aveva £ anni, si è svegliato urlando e da allora ha smesso di parlare. La madre ha portato immediatamente il figlio in ospedale e , come accade troppo spesso, i medici non hanno fatto alcuna diagnosi, gli hanno prescritto dei medicinali che costano cari, certo per noi non lo sono, ma per lei sì 3.000 scellini ugandesi al giorno sono davvero tanti. Ad ogni modo con questo farmaco, Sedrin ha recuperato l'udito.
Il piccolo Sedrin

Ma anche questa storia non finisce bene. Il padre, grande uomo, difronte alla malattia del figlio ha deciso di abbandonare lui e la madre, lasciandoli così soli e senza alcun sostentamento, tanto che la mamma si è trovata costretta ad interrompere la terapia. Ora Sedrin ha ripreso a non sentire e neppure si sa che tipo di malattia abbia. Apparentemente e dal racconto credo si tratti di una forma di autismo derivata da un attacco epilettico, ma lo scoprirò, perchè io e maria ci siamo impegnate a farlo visitare dalla dott.ssa Annamaria, che già ci aveva aiutate con Sharuwa.
L'unica cosa che abbiamo potuto fare subito p stato darle 50 mila scellini per ricominciare a la terapia.
Anche in questo caso chiedo l'aiuto a voi, perchè le medicine costano e perchè non sappiamo se dovrà affrontare degli esami, per quanto la Dr. Dal Lago sia disponibile e visita gratuitamente, gli esami sono a pagamento e i medicinali pure.

Sedrin con la mamma

Una bella giornata


Ieri è stata una bella giornata, io e Maria siamo andate in ospedale a trovare la piccola Sharuwa, abbiamo incontrato la dottoressa Chaterin che ci ha detto che alla piccola servivano degli attrezzi per poter continuare la terapia a casa.
Un seggiolone con una fascia da legarle alla vita, in modo che la aiuti a stare dritta e un attrezzi strano, quasi preistorico, non so ma mi sono venute in mente quelle cose strane che creavano per le torture. La bimba deve essere legata con fasce ai piedi alla vita e alla schiena, proprio per aiutare i muscoli a rafforzarsi e la spina dorsale a stare dritta.
La dottotressa Chaterin, Sharuwa e io
Grazie agli aiuti ricevuti, abbiamo pagato subito questi attrezzi, così sabato potrà tornare a casa e continuare la via della guarigione. Spero di poterla fotografare il giorno che non avrà più bisogno di niente per stare in piedi e camminare. Ma già questo è un grande traguardo, una grande piccola soddisfazione per essere riuscita ad aiutare una mamma in difficoltà



sabato 11 febbraio 2012

Oggi è così e forse anche domani

Mercoledì  io e Maria, siamo andate all'ospedale CORSU di Entebbe, a ricoverare la piccola Sharwua. Grazie all'aiuto di un uomo che ha letto il mio appello su Twitter, siamo riuscite a portare a termine questa nuova sfida.
Grazie a te, so che vuoi restare anonimo, quindi non scriverò il tuo nome.

Ero, anzi eravamo felici, finalmente una piccola creatura potrà ritrovare la serenità e con lei la madre, 19 anni che vende muwogo, un tubero che da noi non esiste. Guadagna 2,500 scellini ugandesi al giorno, che in un mese sono 60.000. L'affitto della stanza in cui vive le costa 70.000 scellini..... e 60.000 scellini sono l'equivalente di € 19,650. Come può una ragazza portare in ospedale la figlia se non ha soldi neppure per pagare l'affitto e il cibo?

Dicevo ero al settimo cielo, ma tornate a casa vedo Maria pensierosa, leggo un suo messaggio che mi aveva inviato su FB giorni prima, già qui la corrente manca spessissimo. Accidenti, è in ritardo con l'affitto, non ha ancora pagato le prime rate delle tasse scolastiche di 7 ragazzi e gli altro 23 sono ancora a casa, non abbiamo più soldi per fare la spesa. Ormai è più di una settimana che si cena a base di the.....in casa ci sono 4 bambini al di sotto dei 2 anni e per Dio, non è giusto che non mangino.

L'Uganda è uno stato fertile, essendo bagnato in gran parte dal lago Vittoria. Quindi si trovano piante di banane, avocado, mango, papaia, ananas,arance,frutto della passione, fenè e poi, piccole angurie, canna da zucchero, vaniglia, caffè. Com'è possibile allora che la popolazione sia malnutrita, com'è possibile che si mangi solo Matooke e che tutto sia maledettamente caro?

Maria, l'ho già detto, ha un piccolo negozio dove vende ricariche telefoniche e bibite, ed ora il padrone del negozio le ha aumentato affitto e luce. Mi viene da ridere, ma una risata di rabbia, qui la corrente non c'è mai perchè stanno potenziando le linee, eppure hanno già aumentato il costo del 40%, praticamente stai giorni interi senza corrente ma la paghi come l'oro anche se non lo vedi.

Vorrei poter comprare anche un frigorifero, (corrente a parte) così l'acqua non sarebbe così tristemente bollente e non saremmo costrette a cucinare subito la carne e il pesce, se no è da buttare via, il latte sarebbe ben conservato, ma qui non si compra, va subito a male. Già, questo lo farei se avessi le possibilità. Riempirei la dispensa, comprerei il frigorifero e un divano nuovo, e materassi nuovi. Tutto quello che c'è qui è vecchissimo e poco igienico, ma è meglio di niente e Maria fa quel che può.

Ma io, io mi sento sempre più impotente, non so cosa fare e dove trovare gli aiuti e mi arrabbio, e la notte piango ne prego che avvenga un piccolo miracolo, che mi aiuti ad aiutare Maria e la sua associazione, fatta di piccole grandi donne. Vorrei anche poter portare l'altra bimba che è stata ustionata dall'acqua bollente gettatale da suo padre, prima che abbandonasse la famiglia. Ma non ho soldi neppure per quello. Fumavo, ora solo quando posso permettermelo e poi la connessione ad internet che osta tantissimo e che dura solo due giorni.
C'è anche la piccola Mariam che vive con la nonna nella foresta è molto brava scuola e si fa tutti i giorni 5km a piedi per poterci andare, ma non è una buona scuola ed è davvero lontana e la strada non è sicura. Vorremmo portala a casa con noi e farle frequentare la stessa scuola di Hasifa, così sarebbe protetta e felice. Quando siamo andate a trovarla mi è corsa in contro e mi ha abbracciato stretta stretta, sa che sono una dispensatrice di baci e si è accoccolata in attesa dei mille baci che le ho dato, ma Dio, se mi faceva male vederla lì sporca impolverata e triste per non poter venire con noi.

Cosa devo fare, perchè nessuna grande Ong ci aiuta, perchè tutti restano in silenzio?? Il silenzio e l'indifferenza uccidono ecco perchè la gente muore e non solo in Uganda, non solo in Africa, il mondo è pieno di gente che muore per indifferenza, questi esseri indifferenti sono una piccola percentuale, perchè il mondo è popolato da chi soffre e non da chi sta bene. Però quelli che stanno bene, gli indifferenti, sono coloro che regolano la morte nel mondo.

giovedì 9 febbraio 2012

Lettera aperta alla signora Viviane Wade - pubblicata da Pape Ndiaye



Lettera aperta alla signora Viviane Wade
Moglie del Presidente della Repubblica del Senegal
Mamma di Karim Wade e Sindiely Meissa Wade
First Lady del Senegal.


Signora,
A nome delle madri di Balla Gaye (Dakar), Alioune Badara Diop (Kaolack) Dominique Lopy (Kolda), Adja Camara (Dakar)Aboubacar Dia (Matam), Modou Bakhoum (Karang), Sangone Mbaye (Joal), Fally Keita (Dakar), Abdoulaye Wade Yinghou (Yeumbeul)Moustapha Sarr (Soumbédioune), Alhaji Konate (Backel), Malick Ba (Sangalkam), Jean-Michel Cabral (Ziguinchor), Mamadou Sy (Podor) Banna Ndiaye (Podor), Mamadou Diop (Dakar) Fode Ndiaye (Dakar)

A nome di tutte le madri di giovani morti prendendo gli imbarcazioni alla ricerca di fortuna e vita migliore e dignitosa verso l'Europa con la speranza di dare un volto più umano al loro futuro.

A nome di tutte le madri delle vittime del JOOLA.

A nome di tutti coloro che si sono sacrificati, brucciandosi davanti al palazzo presidenziale.

Per conto delle mamme giovani che ogni giorno hanno sfidato la morte di chiedere al marito di lasciare la direzione del loro destino.

A nome di tutte le donne che sfidano i rigori della vita di tutti i giorni per protestare contro la decisione di sostenere il vostro marito ha eseguire questo terzo mandato. cosi controverso e illegale e che abbiamo già vinto per ora così tanto sangue e lacrime.

In nostro nome, di moglie, madre e moglie.

A nome della dignità umana.

In base al principio della sacralità della vita umana.

Veniamo a te per chiederle di esortare e sollecitare il suo marito Signor Abdoulaye Wade Presidente della Repubblica del Senegal a ritirare la sua candidatura nella corsa presidenziale nel 2012, non come first lady, ma come donna, come madre, come la moglie, in modo che d'ora in poi sia possibile per noi, dire che tuo marito non è un buon Padre di famiglia per non dire, Padre della Nazione.

Un Padre della Nazione preoccupato per il benessere e la vita di ogni componente di questa famiglia grande e bella che è la nazione senegalese. Vi ricordiamo che dal giorno del giuramento del sig Abdoulaye Wade, tu e lui avete ceduto una parte di voi,alla popolazione senegalese. Questo popolo che hai scelto ti ha dato il nobile compito di vegliare su ciascuno dei suoi membri, come si fa con i propri figli,Karim Wade e Sindiely Meissa, Lei deve dare protezione e assistenza ad ogni membro di questo popolo in tutte le circostanze. Vedere in ciascuna un figlio del Senegal o Sindiely o Karim Wade.

Allo stesso modo, dire a vostro marito che questi nostri figli sono morti nell'esercizio di un diritto che egli ha persino contribuito a radicalisare nel nostro immaginario collettivo.Quelle madri che piangono,i figli uccisi , figli che hanno gli stessi diritti di Karim Wade, e che i loro Padri non sono meno meritevoli di lui. I loro padri hanno contribuito a costruire questo paese,ci sono fidati di voi !! Signor e signora Wade questo paese che va ha dato il destino dei suoi figli merita di essere trattato in un altro modo il popolo aveva nutrito grandi speranze in voi.

Signora, lei che viene da un paese con l'attribuzione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, si è nati e cresciuti in un paese il cui motto è "Libertà, Uguaglianza, Fraternità". Parla con il suo marito, digli di andare via per la grande porta in un grande uomo. Digli di smettere questa tragedia che cosa serve più la lotta che ha condotto per 25 anni per la democrazia e la libertà. E 'l'unico che può fermare questa tragedia qui e ora. E 'l'unico in grado di fermare questa corsa verso i pascoli pericolose oscuri pieni di urla e sofferenze per il popolo senegalese. Deve farlo!!. Questo non era il sogno che egli sosteneva. UN SENEGAL con ponti o strade o autostrade o monumenti,non ci interessa vogliamo come prima cosa LA Pace.E Questa pace avvera solo tramite il suo ritiro e l'organizzazione di elezione libera e trasparente degna del SENEGAL. 

Speriamo che come una madre,lei può sentire il grido di dolore, la disperazione delle madri private dei loro figli, mogli di queste vedove e delle madri di questi figli del senegal che soffrono,ansiosi di un futuro incerto, che la candidatura di suo marito pone la nazione senegalese nel suo complesso.

Riconosciamo tutto il suo lavoro per la nascita di una Senegal prospero e orgoglioso, ma sappiamo anche che nessuna opera umana è perfetta. Tutto il lavoro umano è l'eccellenza non finito, la nostra partecipazione alla costruzione di umanità è un processo di maturazione. Ha seminato i semi dello sviluppo economico, infrastrutturale e sociale, non si aspetta di raccogliere i semi, dare, opportunità ad altri senegalesi per completare questo processo di sviluppo già iniziato 

Tutte queste madri in lutto chiedono a lei signora Viviane Wade di agire.Parla con il suo marito Presidente c'è ancora tempo per ritirarsi. Non è mai troppo tardi per farlo!Agire in modo che possiamo essere orgogliosi delle donne senegalesi e lei tenerle nella immagine di una donna d'onore, una donna di giustizia, l'immagine di una madre che ama i suoi figli, che ama semplicemente il Senegal.

Le ricordiamo,il nostro amore e rispetto per Colette Senghor prima first lady del Senegal, la lucidità e il realismo di Elisabeth Diouf, senza il quale la decisione della nostra epica antica del Presidente della Repubblica Abdou Diouf, a rispettare la voce del popolo non potrebbe mai essere così bello in modo che il mondo è ingrandita e abbiamo vinto la stima di tutti. Non rovinare questo bel lavoro da una ostinazione degna di voi. Parla con il Presidente per la grazia, egli deve lasciare.




Signora Presidente, restiamo convinte che la nostra richiesta sarà ascoltata
in nome del popolo senegalese,
in nome della democrazia!!

La prego di accettare,l'espressione dei nostri rispettosi saluti.

martedì 7 febbraio 2012

DIRITTI UMANI, ‘PREMIO MAKWAN’ AD ATTIVISTA EGIZIANO HAMDY AL-AZAZ


COMUNICATO STAMPA
6 febbraio 2012
DIRITTI UMANI, ‘PREMIO MAKWAN’ AD ATTIVISTA EGIZIANO HAMDY AL-AZAZY
Gli attivisti del Gruppo EveryOne e gli operatori umanitari scelti per votare i difensori dei diritti umani che in tutto il mondo si sono distinti per il loro coraggio e i loro risultati, hanno assegnato il Premio Makwan per l’anno appena trascorso a Hamdy Ahmed Al-Azazy, presidente della ONG New Generation Foundation for Human Rights di Arish (Nord del Sinai, Egitto), che da anni si dedica all'assistenza dei profughi - soprattutto subsahariani - nelle carceri e negli ospedali, oltre che alla tutela dei loro diritti. Il Premio Makwan per i Diritti Umani, che è dedicato alla memoria del ventunenne gay Makwan Moloudzadeh, impiccato il 5 dicembre 2007 in Iran, è un riconoscimento assegnato ogni anno a persone, enti o organizzazioni che si sono distinte per azioni o progetti a tutela dei diritti fondamentali degli individui, dei gruppi sociali e dei popoli.
Le motivazioni del premio. “Negli ultimi anni,” spiegano i co-presidenti di EveryOne, Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, “Hamdy Al-Azazy si è impegnato per contrastare i traffici di esseri umani e organi nel Sinai egiziano, opponendo le ragioni dell'umanità al tragico fenomeno dei rapimenti di profughi in fuga da crisi umanitarie, perpetrato da bande di predoni che operano ad Arish, Rafah, Gorah, Sheikh Zuweid e altre città del Sinai. Con la propria opera a salvaguardia della vita dei migranti, Al-Azazy ha permesso nell’ultimo anno la liberazione di centinaia di profughi e, attraverso difficili azioni diplomatiche nei confronti delle autorità egiziane e internazionali, nonché dei capi-tribù beduini del Sinai, la riduzione della tratta di migranti e rifugiati, nonché della compravendita di organi umani”. 
Insieme al Gruppo EveryOne - di cui la New Generation Foundation for Human Rights è partner - Hamdy ha cooperato con la CNN nella realizzazione del documentario Death in the Desert, andato in onda per la prima volta il 5 novembre 2011, che ha contribuito in misura determinante a diffondere nel mondo immagini e informazioni sul traffico di esseri umani e organi nel Sinai, inducendo le autorità egiziane e internazionali ad agire con una determinazione mai vista prima.
Hamdy Al-Azazy, che si occupa inoltre della preparazione e della sepoltura delle salme dei profughi che muoiono nei campi di prigionia gestiti dai trafficanti nel deserto al confine con Israele (spesso dopo aver subito l'espianto dei reni), ha subito minacce di morte e recentemente, anche grazie all’intervento dell’organizzazione Front Line Defenders (www.frontlinedefenders.org), è stato costretto a trasferirsi temporaneamente al Cairo per sottrarsi alle violenze di alcune bande criminali.
“Il premio assegnato da EveryOne si propone di segnalare alle Istituzioni egiziane e internazionali” concludono Malini, Pegoraro e Picciau, “la necessità di sostenere e tutelare la vita e l'opera umanitaria di Hamdy El-Azazy, che nonostante gli innumerevoli rischi continua ogni giorno, con coraggio e determinazione, a salvare vite umane, preservandone tante altre da gravi drammi umanitari”.

Nella foto, Hamdy Al-Azazy

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne

venerdì 3 febbraio 2012

Sono solo 30 bambini

In Uganda, vicino a Kampala, ci sono 30 bambini che attendono un aiuto per poter sperare in un futuro dignitoso. Sei di loro sono ospitati attualmente da Solomè e gli altri da Maria, le operatrici dell'associazione SMOSCA , che si occupa di ragazze madri, bambini abbandonati e casi di violenza domestica.
La scuola è iniziata il 30 gennaio e tutti loro vorrebbero frequentarla, ma solo tre bambini ci stanno andando e non per mancanza di interesse nei confronti del sapere, ma per mancanza di denaro.Già, come sempre è il denaro che fa arrestare la crescita del sapere, del domani, della prospettiva di un futuro migliore.

Abbiamo ricevuto dalla Sig.ra Clementina De Virgilis, un'avvocatessa, la richiesta di poter adottare a distanza uno di questi ragazzini per il mantenimento a scuola, con nostra grande felicità. Miiro era al settimo cielo, perchè lui desidera iniziare  le secondarie per poi raggiungere il grande traguardo dell'università. Le secondarie sono come i nostri licei, ma durano sei anni. Miiro è un ottimo studente con voti alti. I suoi genitori sarebbero orgogliosi di lui, ma sono morti, come quasi tutti i ragazzi accolti da SMOCSA  Sono piccoli orfani adottati da Maria, che si prende cura di loro e insegna loro che non bisogna mai abbandonare la speranza, ma bisogna impegnarsi perchè tutti abbiano l'opportunità di essere felici e realizzare i propri sogni.
ADOTTATO!!!

Ma come poter tener fede a queste parole, se non si ha la possibilità di mandarli a scuola? Perchè qui in Uganda la scuola, come il resto delle cose, è cara. Perchè in Uganda un orfano viene adottato "a voce" e lo Stato non si occupa di seguirlo e di aiutarlo, ma sono coloro che hanno sentimenti di solidarietà e generosità a raccogliere questi ragazzini per strada. Ognuno di loro ha una sofferenza nascosta e vorrebbero riscattarsi, per far parte della società e contribuire al progresso di tutti.

Ecco perchè ho deciso di chiedere a ognuno di voi di adottare uno di questi bambini per il percorso scolastico. Non ci vuole molto, ma quel poco per loro è tutto. A ognuno di loro è legata una storia di privazioni, ma anche di coraggio e orgoglio. Chi lo desidera, può venire a verificare di persona chi ha adottato e come viene impiegato il denaro delle adozioni a distanza. Tutto alla splendida luce di questo sole africano.


Ali 13 anni
ADOTTATO!!!

Maria lo conosce dalla nascita perchè i genitori erano vicini di casa di sua mamma, un giorno i genitori di Ali sono morti in un incidente stradale e i parenti lo hanno lasciato a casa da solo, ammalato, senza cibo e cure. Maria lo ha accolto in casa della mamma, poi lo ha portato nella sua nuova casa, insieme agli altri bambini.
Ora Ali ha altri fratelli e a scuola va benissimo, sopratutto in matematica e inglese. Ha finito le scuole primarie e si accinge alle secondarie. Il costo è elevato perchè serve tutto il materiale scolastico, compresa la divisa
Costo annuale € 683 Le rate mensili sono di € 57

Dotha 11 anni
ADOTTATA!!!
sorella di Miiro e Isaac, profughi del Ruwanda insieme ai genitori, ospitati a casa della madre di Maria. Nel 2007 i genitori sono morti di AIDS e Maria li ha presi con sè. Dotha è quella che più ha sofferto per la morte dei genitori, essendo stata lei a curarli fino alla fine. A volte si chiude in un silenzio assordante dove i ricordi riemergono e lei smette di mangiare e di parlare, non ride, ti guarda sempre con rimprovero, poi si lascia andare e si fa abbracciare e baciare, allora si concede un pò di cibo. A sculoa è brava, anche se ha dei momenti "bui", sempre a causa dei ricordi. però ha bisogno di continuare a studiare e a socializzare per comprendere che la vita può darle ancora felicità.
Costo annuale € 585 Rate mensili € 49
Isaac 9 anni

fratello di Dotha e Miiro, forse è il più allegro e vivace dei tre, sguardo furbo, bravissimo in matematica, lui è già a scuola e non torna a casa perchè il viaggio costerebbe troppo, anche se in realtà si tratta solo di spiccioli. Maria è riuscita a farlo andare subito a scuola grazie al suo ottimo rendimento ed ha anche ottenuto uno sconto sulla tassa scolastica che pagherà. Sì, a volte si incontrano anche bravi direttori che accettano un pagherò.
Costo annuo € 200 Rate mensili € 17 ADOTTATO!!!
Hasifa 9 anni

orfana di entrambe i genitori, morti di AIDS, vive con Maria da 4 anni. Una ragazzina allegra furba e sempre pronta  a giocare ed aiutare gli altri. Anche lei è un ottima allieva sopratutto in inglese e matematica. Lei è una delle poche che potrà tornare a casa dopo la scuola, perchè è vicina e perchè le lezioni finiscono nel primo pomeriggio.
Costo annuale € 360 Rate mensili € 30 ADOTTATA!!!!




DFCU Banca Uganda limitata
Conto: Single Mothers and Child Support Agency (SMOCSA)
Numero di conto: 01451110510301
Filiale: Ndeeba Branch
Banca: BANCA DFCU
Settore: -
Città: KAMPALA
Stato: Uganda
Codice Swift: DFCUUGKAXXX



giovedì 2 febbraio 2012

Saruwa può essere curata, dal mio articolo apparso oggi su EveryOne

Uganda, La piccola Saruwa finalmente può essere curata
Febbraio, 02, 2012. La Rosa Morena


Kampala (Uganda), 1 febbraio 2012. Tre settimane fa non stavo bene, quindi quel lunedì non sono andata come di consueto con Maria (Maria Bravo Krysta, direttrice di SMOCSA, associazione che si occupa di assistere le ragazze madri e le donne vittime di violenza domestica, ndr) e le altre operatrici umanitarie di SMOCSA a far visita alle ragazze madri. 

Quando sono tornate, Maria mi ha mostrato la foto di una bambina con un tutore e mi ha raccontato la sua storia. La madre, 19 anni, è stata abbandonata dal compagno, quando si è accorto che la piccola, di nome Saruwa, aveva delle disabilità. Sì è rivolta a dei medici che non le hanno mai diagnosticato cosa avesse la bambina che non cammina, non sta seduta, non parla. Un medico pare le abbia semplicemente detto che Saruwa non ha voglia di stare seduta e le ha dato un tutore di sostegno.
Dopo aver ascoltato il racconto di Maria, non potevo credere che un medico facesse una diagnosi tanto approssimativa ed erronea, quindi mi sono immediatamente attivata. Ho scritto una lettera a Roberto Malini, co-presidente del gruppo EveryOne, che si occupa di diritti umani (e non solo), spiegandogli la situazione e chiedendogli se mi poteva aiutare a trovare un medico in Uganda.

Roberto come sempre sì è attivato immediatamente, ma non è stato facile. L'Uganda non è così vicina e tutti abbiamo scritto a varie associazioni, ong, Twitter, Fb, blog. Insomma abbiamo urlato a più non posso. Maria nel frattempo aveva trovato un ospedale dove far visitare la bambina, è un ospedale specializzato in disabilità infantili, attrezzato e, da quanto risulta dal sito web, di ottimo livello. L'istituto, però, si trova a Entebbe e noi non abbiamo i soldi per andare fino lì. Riscrivo a Roberto, che mi risponde: "Bene, ti mando io i soldi per il viaggio, voi andate e fatemi sapere quanto costa la visita". Che dire di quest'uomo, a volte mi mancano le parole, perché le emozioni e la forza che mi trasmette sono immense e mi fa sentire forte e capace di qualsiasi azione!

Un amico comune, Tekeste, ha visto una trasmissione su Rai3 in cui si parlava di una coppia di medici italiani che vivevano in Uganda, a Kampala. Mi ha dato i loro nominativi e e alcuni riferimenti utili a contattarli. Ho scritto anche alla ong locale consigliatami da Tekeste e mi ha risposto il fratello della Dott.ssa Dal Lago, una dei due medici italiani, fornendomi i loro numeri telefonici.

Non potevo crederci! I miracoli... la gente... le persone normali, sono quelle che si attivano immediatamente. Se aspetti le grandi ong, puoi finire i tuoi giorni ad attendere invano una risposta.

Abbiamo fatto visitare la bambina ed è emerso dai documenti che avevamo che la piccola, quando è nata, è stata per qualche minuto senza respirare, quindi del liquido amniotico è penetrato, creando danni, a livello celebrale.

La dottoressa Annamaria Dal Lago, gentilissima e più che disponibile, l'ha fatta visitare da una specialista, la quale ha accertato che Saruwa ha perso l'udito all'orecchio destro e con molta probabilità non parlerà ma emetterà solo suoni. Però i suo muscoli sono ricettivi, quindi basta un ricovero di due settimane, dove le faranno fare fisioterapia e insegneranno alla madre gli esercizi da fare a casa. Quasi sicuramente imparerà a camminare, ma nulla è certo, poiché la disabilità è stata scoperta in ritardo. Se le avessero diagnosticato subito il problema, avrebbe risolto completamente la patologia





Il tutore che i medici le hanno dato non serve a niente e la dottoressa si è anche arrabbiata con coloro che non si curano dei bambini, pur avendo i titoli per farlo.

Ora dobbiamo prima farle fare un elettroencefalogramma per escludere l'epilessia, che è possibile in casi come questi.
La dottoressa Dal Lago è davvero una persona in gamba e ci siamo messe d'accordo per rivederci e per iniziare una eventuale collaborazione tra SMOCSA e l'associazione a cui lei ha dato vita, che è gratuita e che si occupa di bambini con gravi patologie. Lei è specializzata in epilessia e il marito è pediatra e chirurgo ortopedico che restituisce le gambe ai bambini e si prende cura di loro
.
La Dott. Dal Lago, lavora in tre ospedali, mentre il marito lavora a tempo pieno al CORSU, l'ospedale dove siamo andate con la piccola, a Entebbe.

Per il momento va tutto bene, io e Maria siamo molto contente sia per Saruwa, sia perché la possibilità di avere un medico che ci segue è importante. In questo ospedale confluiscono bambini da tutti i paesi dell'Africa, dalla Somalia al Kenya, sopratutto perché molte visite sono gratuite. In genere fanno pagare una cifra assai contenuta la degenza, ma se una famiglia non ha le possibilità, prendono in cura i bambini gratuitamente.


Nelle foto, la piccola Saruwa con la mamma e quindi, finalmente, in cura presso l'ospedale di Entebbe (Uganda); Maria Bravo Krysta, direttrice di Smocsa; Morena La Rosa (SMOCSA / Gruppo EveryOne)

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