Pensando

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Libera di Essere

venerdì 30 marzo 2012

Inviate anche vi l'appello per la grazie al Presidente Giorgio Napolitano per il rom Toma


Care amiche e amici, vi chiedo di aiutarci a far sì che Toma, un Rom malato e ingiustamente incarcerato, riceva la grazia dal Presidente dello Stato Giorgio Napolitano.
In un momento in cui vediamo sempre più spesso ladri liberi e innocenti dietro le sbarre, è nostro dovere far sì che almeno una persona ottenga vera giustizia.
Vi prego di inviare all'indirizzo che trovate qui, l'appello che ho inserito ieri e inviarlo al Quirinale,  se siamo in tanti Toma avrà la possibilità di uscire dal carcere, farsi curare e riunirsi alla moglie malata di cancro.
Confido in voi e nei vostri valori di giustizia che ci uniscono.


Non arrenderti, vecchio albero Rom!


Ancona, 30 marzo 2012. Nita Ciuraru detto "Toma" si trova nel carcere di Monteacuto - Ancona. E' molto depresso, perché sa che la moglie, malata di cancro, è rimasta sola a Pesaro e fatica a sopravvivere. I figli sono in Romania, anch'essi vittime di povertà ed esclusione. Toma sta molto male: è cardiopatico e soffre di patologie ossee dolorose. La prigione in cui si trova è sovraffollata e non consente ai detenuti una vita dignitosa. Per una persona anziana e malata come Toma, è la più triste anticamera della morte. Come aiutare Toma? Oggi il Presidente della Camera Gianfranco Fini si è interessato al suo caso - grazie a Marcello Zuinisi, che gliel'ha sottoposto a Roma - e speriamo di cuore che sostenga il nostro appello di fronte al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Trenta poeti italiani di grande valore hanno aderito alla richiesta di grazia: le loro voci sono già al cospetto di Napolitano. Toma è in serio pericolo di vita e non dobbiamo abbandonarlo. E' utile copiare l'appello e inviarlo, firmato, a: 


presidenza.repubblica@quirinale.it


E' anche utile divulgare l'appello presso i propri conoscenti, affinché lo inviino al Presidente. Per evitare che Toma si trovi in condizioni insopportabili dietro le sbarre, però, è fondamentale che non lo facciamo sentire solo e abbandonato. Inviamogli messaggi di amicizia e solidarietà al seguente indirizzo, non solo via email, ma anche tramite fax e posta (utile anche telefonargli):

Toma è un uomo buono e sensibile, ma la sua tempra è fragile a causa dei tanti anni di privazioni e stenti. L'uomo è inoltre soggetto a momenti di grande malinconia. Se non si sentirà tradito da tutti, se sentirà di avere degli amici che lo attendono e si impegnano per la sua libertà, terrà duro. Una volta Toma mi prese per mano e mi condusse sotto un grande pino. Mi chiese di appoggiare la mano sulla corteccia e poi mi disse: "Io sono come questo vecchio albero: non crollo mai". Aveva appena subito un atto particolarmente umiliante da parte di chi dovrebbe proteggere e non annichilire le persone vulnerabili ed escluse. 


"Non arrenderti, vecchio albero Rom: siamo tutti con te!"


R.M.


L'appello al Presidente della Repubblica:  http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2012/3/29_Domanda_di_grazia_al_Presidente_della_Repubblica_Toma_Ciuraru.html

giovedì 29 marzo 2012

Domanda di grazia al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per l'anziano Rom Toma Ciuraru, incarcerato senza colpa




Domanda di grazia al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per l'anziano Rom Toma Ciuraru, incarcerato senza colpa


di Roberto Malini - Patrizia Garofalo
Ancona, 29 marzo 2012. Toma Ciuraru, l'anziano patriarca che da anni rappresenta l'anima della comunità Rom che vive a Pesaro e che ha subito innumerevoli atti di repressione sgomberi, aggressioni, abusi è stato condannato a nove mesi di carcere da un giudice del tribunale di Ancona. Toma, figlio dell'Olocausto (i suoi genitori furono internati nei lager nazisti, mente molti familiari vennero assassinati nelle camere a gas) fuggì 15 anni fa dalla Romania ed ottenne asilo politico a Torino, dove fu riconosciuta la persecuzione subita dalla sua famiglia sia sotto il regime di Ceausescu che nel nuovo corso democratico. In patria, a Costanza, il vecchio Toma era stato capocantiere, mentre a Torino aveva lavorato nella nettezza urbana, nell'ambito di un progetto di integrazione rivolto ai rifugiati. Terminato il periodo previsto nel progetto della Città di Torino, Toma non riuscì più a trovare un'occupazione. Circondato da discriminazione e violenza, si trasferì a Milano, in un campo Rom, vivendo di elemosina. Ripetutamente sgomberato e colpito da denunce per occupazione abusiva di terreno pubblico, riparò a Pesaro con i familiari: la moglie Mia (malata di cancro) e i figli Ipat e Narcisa. A Pesaro l'anziano Toma, che nel frattempo era caduto nell'alcolismo, non ha mai ricevuto alcuna forma di sostegno sociale, ma nuovamente è stato oggetto di denunce ed evacuazioni. Il fratello Mihai si è gravemente ammalato proprio a Pesaro, dove l'ostilità delle istituzioni e della gente l'hanno condotto a una morte prematura e tragica. Il coraggio di Toma e la sua completa dedizione alla famiglia costituiscono il nucleo di una poesia di Roberto Malini: "Orfeo e Toma", pubblicata nella raccolta "Il silenzio dei violini". Il Gruppo EveryOne ha sostenuto a lungo la comunità Rom di Pesaro, consentendo a numerosi nuclei familiari - con bambini - di rientrare in Romania per evitare nuove persecuzioni e acquistando un terreno a Costanza, dove lentamente la famiglia di Toma sta costruendo un'abitazione. In questo mese di marzo, un giudice di Ancona ha processato Toma in seguito a una denuncia da parte di cittadini e all'intervento delle forze dell'ordine. L'anziano era stato visto discutere animatamente con alcuni familiari, brandendo il bastone - con cui si sostiene, essendo claudicante - davanti a uno di loro: un gesto tipico dei vecchi capifamiglia Rom, come del resto dei maestri Zen. Questo, però, il giudice di Ancona non lo sapeva e ha condannato Toma per rissa e aggressione con arma impropria. Ora il patriarca dei Rom di Pesaro è rinchiuso nel carcere degli orrori di Montacuto (http://www.radicali.it/20120321/carceri-marche-tour-degli-orrori), nonostante le sue precarie condizioni di salute (Toma è cardiopatico). La moglie è improvvisamente sola, perché i figli grandi sono in Romania. Per Toma sarà davvero difficile sopravvivere a 9 mesi di prigione durissima ed è davvero difficile comprendere la decisione del giudice, nonostante un legale avesse chiesto da parte della corte un minimo atto di clemenza e la concessione di una soluzione alternativa alla prigione. Su iniziativa dei poeti Roberto Malini (che è anche co-presidente del Gruppo EveryOne) e Patrizia Garofalo, alcuni poeti italiani hanno firmato per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano una domanda di grazia urgente, affinché l'anziano Toma sia liberato dalla prigione di Montacuto e possa rientrare in famiglia. "Toma è un uomo coraggioso e pacifico," spiegano i poeti nel loro appello, "e le sue condizioni di salute sono preoccupanti, tanto che temiamo per la sua vita, considerate le atroci condizioni in cui si trovano i detenuti in quella famigerata prigione. Chiediamo al presidente Napolitano di manifestare clemenza verso un uomo già colpito da persecuzione, intolleranza e crudeltà, sia in Romania che nel nostro paese". Qui di seguito, i primi firmatari della domanda di grazia: Roberto Malini, Patrizia Garofalo, Paul Polansky, Paola Sarcià, Matteo Bianchi, Massimo Bevilacqua, Gianni Sassaroli, Marco Dalla Torre, Alfred Breitman, Margherita Gadènz, Nina Nasilli, Eugenio Rebecchi, Sergio Soldani, Rita Montanari, Matteo Pazzi, Elisabetta Andreoli. La poesia trova la sua origine proprio nella verità delle cose, nella loro profonda e dolorosa sofferenza , nell'essere sempre ed ovunque "combattente" e a fianco di coloro il cui percorso nella vita continua a significare crocifissione senza risorgenza. Roberto Malini riferirà del fatto a Radio Popolare oggi, 29 marzo, durante la trasmissione "Interferenze Rom" (alle 12.45) e risponderà alla mail roberto.malini@everyonegroup.com per tutti coloro che vorranno aderire all'iniziativa.


Nella foto di Steed Gamero, Roberto Malini con Toma Ciuraru


sabato 24 marzo 2012

Salviamoli dalla repressione ugandese e senegalese. Firmate lapetizione

Vivendo in Uganda so bene che gay e le lesbiche in questo paese non possono vivere e se lo fanno sono nascosti per paura di rappresaglie o peggio di essere arrestati e torturati. Firmo per la libertà di vivere la propria sessualità apertamente.
Vorrei anche farvi sapere che in alcune regioni dell'uganda se chiedi una camera doppia insieme a un amica, la tariffa sale del 20% perchè è considerato sesso! Questo è successo a me la scorsa settimana inammissibile!



An appeal for asylum in the UK for the LGBT refugees Tacko, Asuman, Andrew and Proscovia


London / Rome, March 24 , 2012. The degree of civilization is measured on each Country's treatment toward refugees. Human beings who are fleeing persecution and humanitarian crises are to be welcomed and protected. We need to prevent xenophobic ideologies and political opportunism to avoid violations of the refugees rights and unjust deportations. Many gay refugees have been deported in recent years from the European Union to countries which strongly applies homophobic laws. In those countries, LGBT people have been imprisoned, tortured and sometimes murdered. EveryOne Group supports the petition launched by the Movement for Justice and requests the institutions of the United Kingdom, the United Nations High Commissioners for Refugees and Human Rights, the European Parliament and all human rights organizations to devote attention and commitment to the cases of LGBT refugees Tacko, Asuman, Andrew and Proscovia, fled from Uganda and Senegal, where they were at risk of persecution, to the United Kingdom, where they claimed asylum. While they were waiting for political asylum, the four refugees were engaged in defending LGBT rights for victims of homophobia. Unfortunately, the UK authorities have refused to grant them the asylum status, condemning them to deportation. Their forced repatriation would mean imprisonment, torture, persecution and maybe death.


Waiting for urgent answer and cooperation, we thank you for your attention.


For the EveryOne Group, the co-presidents 
Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau





Tacko, Asuman, Andrew & Proscovia MUST STAY!



Justice delayed is justice denied. End the degrading treatment of Refugees.
Grant asylum to Tacko, Asuman, Andrew and Proscovia now!


Tacko, Asuman, Andrew and Proscovia are lesbian/gay activists and civil rights leaders from Uganda and Senegal, nations where openly gay people are politically persecuted, imprisoned and murdered for being gay.
Tacko, Asuman, Andrew, and Proscovia are seeking political asylum in Britain. Their outspoken and public opposition to the anti-gay political policies of the Ugandan and Senegalese governments means that a decision by the British government to return them to Uganda or Senegal is tantamount to a death sentence.
Tacko, Asuman, Andrew and Proscovia are members of the Movement for Justice and leaders of the struggles against racism and the scapegoating of refugees and asylum seekers here in Britain. They are also tireless leaders of the struggle for lesbian/gay equality in Britain, Africa and other parts of the world. Both the governments and anti-gay death squads of Uganda and Senegal know their sexual orientation.
Tacko, Asuman, Andrew and Proscovia have not been granted asylum, even though each of them filed a claim many months ago. Three survived torture; the fourth's partner was tortured and killed. Living under the constant threat of deportation, never knowing what the next day holds, is an especially excruciating experience for these political asylum seekers.
Tacko, Asuman, Andrew and Proscovia have not been granted asylum thus far because of their political activism in Britain. All four are members of the Movement for Justice and leaders of the struggles against racism and the scapegoating of refugees and asylum seekers here in Britain. Tacko, Asuman, Andrew and Proscovia are also tireless leaders of the struggle for lesbian/gay equality in Britain, Africa and other parts of the world. They are precisely the kind of leaders that Britain needs to progress as a society.
Last year Britain co-sponsored a Joint Statement on LGBT Rights by 85 countries at the United Nations, calling on governments like Uganda and Senegal to end the torture of LGBT people, protect their safety and human rights, and stop treating homosexuality as a criminal offence. Granting asylum to Tacko, Asuman, Andrew and Proscovia is an easy, direct and meaningful way for the British government to show that its pious words will be backed by action.


SIGN AND CIRCULATE THE ONLINE PETITION HERE:
http://www.gopetition.com/petitions/tacko-asuman-andrew-and-proscovia-must-stay.html?utm_source=Combined+petition+launch&utm_campaign=Tacko%2C+Asuman%2C+Andrew+and+Proscovia+MUST+STAY%21&utm_medium=email 




giovedì 22 marzo 2012

L'uso dei bambini soldato in 14 paesi del mondo

Questi articoli sono riportati da Human Rights Watch, come si può ben leggere gli eserciti che in teoria dovrebbero contrastare e arrestare gli appartenente del LRA e Kony, non hanno fatto altro che stuprare, uccidere e torturare le popolazioni invece che tutelarle e aiutarle. Quindi, come si può credere a degli Stati che invece di salvare la popolazione si comporta esattamente come quello del LRA?
La mia verità è che a questi signori, padroni dell'Africa interessa solo avere aiuti dall'America per continuare a fare razzia di bestiame e violentare e uccidere impunemente la propria popolazione
Si leggerà poi, che non solo il famigerato criminale Kony fa largo uso di bambini soldato, ci sono altri 14 stati che usano i bambini ma nessuno ne parla. L'unico lato positivo del regista americano è stato quello di aver messo in luce che i bambini vengono "usati" per gli scopi degli adulti, esattamente come ha fatto lui, che, grazie a quel video si sta arricchendo alla faccia dei bambini di tutto il mondo.
Quindi non urliamo allo scempio solo per l'Uganda, ma urliamo per tutti quegli stati che usano i bambini, negando loro la libertà della spensieratezza.
No, davvero non è il modo di far sapere che nel mondo milioni di bambini e bambine vengono usati come soldati, obbligandoli ad uccidere i propri amici o le proprie madri e le bambine ridotte a schiave sessuali per quegli animali feroci. Bisogna far entrare nella testa di tutte le popolazioni mondiali che il nostro bel mondo occidentale non è che una piccola e felice minoranza, perchè nel resto del mondo si muore di guerra di fame di stupri di torture e violenze. Solo noi siamo privilegiati e solo noi possiamo e dobbiamo cambiare il sistema e far sì che tutti i bambini di questo mondo, vivano la loro vita serenamente.
Non mettiamo la desta sotto terra, non giriamola dall'altra parte, ma lavoriamo e lottiamo affinchè tutto questo finisca


Chi è Joseph Kony e qual è l'Esercito di resistenza del Signore?
Joseph Kony è il leader dell'Esercito di Resistenza del Signore (LRA), un gruppo ribelle ugandese che ha avuto origine nel 1987 nel nord dell'Uganda tra le comunità etniche Acholi. Il Acholi subito gravi abusi per mano dei successivi governi dell'Uganda negli anni 1970 e 1980 turbolenti. Kony, egli stesso un Acholi, e la campagna contro il governo dell'Uganda inizialmente avuto qualche sostegno popolare, ma il supporto diminuita nei primi anni 1990 come l'LRA è diventato sempre più violente contro i civili , tra cui Acholi compagni. Il gruppo ha rapito e ucciso migliaia di civili nel nord Uganda e molti altri mutilati tagliando loro labbra, orecchie, nasi, mani e piedi. La brutalità contro i bambini è stato particolarmente grave. varie campagne militari contro l'LRA alla fine ha spinto il gruppo oltre il confine nel sud del Sudan (ora del Sud Sudan) e, nel 2005 e 2006, nella Repubblica democratica del Congo . La LRA ha attraversato dentro e fuori della Repubblica Centrafricana (CAR) dal 2008. Anche se il LRA non si basa più nel nord Uganda, il gruppo continua a commettere abusi contro i civili nella zona di frontiera remota del Sudan, CAR e Congo . Nel 2005 la Corte penale internazionale (CPI) dell'Aia ha emesso un mandato d'arresto per Kony- insieme con i quattro leader dell'LRA per altri alti crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi nel nord Uganda. 



Che cosa dovrebbero i governi della regione fare?
Dal dicembre 2008 gli eserciti nazionali di Uganda, Congo, CAR, e il Sud Sudan sono stati congiuntamente coinvolti in operazioni militari contro l'LRA, con l'Uganda giocare un ruolo da protagonista. Gli sforzi sono in corso per l'Unione africana (UA) a svolgere un ruolo maggiore e di trasformare la campagna esistente in uno guidato dal AU, anche se questo è improbabile che cambi la composizione delle truppe. Ma le operazioni in corso non sono riusciti ad arrestare i leader dell'LRA Kony e gli altri, e non hanno fermato gli attacchi contro i civili. I soldati coinvolti nelle operazioni militari spesso non hanno un'adeguata formazione e le attrezzature e l'esperienza minima o nulla nelle operazioni di apprensione. Soldati provenienti da alcune delle forze armate coinvolte nelle operazioni hanno anche commesso violazioni dei diritti umani contro i civili. Ad esempio le forze armate congolesi, le FARDC, hanno ucciso, saccheggiato, e violentata Mbororo nomadi pastori di bovini nella zona di confine tra Congo e CAR. I soldati violentata almeno 35 donne e ragazze in mbororo fine del 2010 e all'inizio del 2011. Alcuni sono stati trattenuti in campi militari e violentata ripetutamente.Almeno 12 civili sono stati mbororo colpito a morte da soldati dell'esercito congolese, e forse molti di più, anche se i rapporti sono stati difficili da verificare. I soldati hanno anche saccheggiato migliaia di capi di bestiame dal Mbororo e sfrattati con la forza Mbororo molti dalle loro case. Human Rights Watch e locali, gruppi della società civile hanno anche sollevato preoccupazioni con le Forze di Difesa il popolo ugandese (UPDF) per le notizie di 40 presunti casi di stupro dai suoi soldati contro donne e ragazze nei dintorni di città e villaggi nel nord del Congo nel 2010 e nel 2011. Alcune delle donne e ragazze sono state violentata durante un viaggio con i soldati ugandesi per la sicurezza sulla strada, come hanno fatto il loro viaggio verso il sud Sudan, altri sono stati violentata nelle loro case o nei campi in prossimità di aree in cui sono stati distribuiti i soldati ugandesi. tutte le forze armate impegnati in operazioni in LRA zone colpite dovrebbero adottare tutte le misure necessarie per garantire il pieno rispetto dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario.
Cosa si sa di abusi ugandesi dell'esercito?
Human Rights Watch ha documentato gravi abusi da parte delle forze armate ugandesi nel corso dei suoi 25 anni di conflitto armato con il LRA, compresi tortura , stupro, arresti arbitrari, uccisioni illegali, lo sfollamento forzato della sua cittadini in campi con nessuna protezione e minima assistenza umanitaria . l'esercito ugandese è stato anche responsabile di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale quando le sue forze occupate Congo orientale e ha assistito gruppi armati non tra il 1999 e il 2003. Sul piano nazionale le forze armate ugandesi hanno una scarsa diritti umani registrazione in operazioni antiterrorismo e in operazioni di disarmo nella regione nord-orientale del Karamoja in Uganda. Soldati ugandesi anche sparato ed ucciso manifestanti pacifici e degli astanti durante manifestazioni anti-governative nel settembre 2009 e aprile 2011, anche a Gulu nel nord Uganda.


Quali eserciti e gruppi armati, oltre ai soldati l'uso dei bambini dell'LRA?
L'uso dei bambini soldato si estende ben oltre l'Africa centrale. Attualmente, i bambini soldati stanno combattendo in almeno 14 paesi in tutto il mondo :. Afghanistan, Birmania, Repubblica Centrafricana, Ciad, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, India, Iraq, Filippine, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Thailandia e Yemen Il Regno Nazioni ha identificato oltre una dozzina di cosiddetti "responsabili persistenti" - governi e gruppi armati, come l'LRA, che sono noti per aver utilizzato bambini soldato nel conflitto attivo da oltre 10 anni. I ribelli delle FARC in Colombia, per esempio, hanno reclutato bambini di sette e li ha costretti a combattere. Esegue combattenti che cercano di abbandonare. La situazione in alcuni paesi sta diventando notevolmente aggravate. In Afghanistan, i talebani hanno intensificato l'uso di bambini per attacchi suicidi. In Somalia, il gruppo islamista armato di al-Shabaab è sempre più nel mirino dei bambini per il reclutamento forzato, spesso rapiscono i bambini di età inferiore ai 10 dalle loro case o scuole. 

martedì 20 marzo 2012

Karamoja un viaggio nei non diritti

Dove sono i diritti umani, come pretendere che un governo sporco e corrotto si faccia carico della povertà del suo popolo? Non lo so, so solo quello che ho visto ed è solo rabbia quella che riesco a provare.
Interi villaggi privi di tutto, dal cibo, acqua, assistenza sanitaria, scolarizzazione, niente di niente! Quando un bambino o un adulto ti chiede la bottiglia vuota dell'acqua o le briciole di quell'orrendo pane che c'è qui, allora tutto cambia. La mia visone della vita è cambiata e niente e nessuno mi farà mai più tornare indietro a desiderare anche solo il gusto della caramella che prediligo.
Quando vedi un piccolo bambino di un anno che mangia foglie e se va bene della canna da zucchero, allora ti senti uno schifo. Sì mi vergogno, mi vergogno del mio egoismo del mio essere grassa all'eccesso e non perchè esteticamente non bella ma perchè ho addosso i segni del benessere. Odio l'aver detto "grazie ma il matooke mi fa schifo". Qui ci sono persone che farebbero una gran festa nel mangiare questo purè di banane.
Capisco anche che il mio tempo con Maria sta volgendo al termine, ho fatto quello che ho potuto per lei e lasua immensa famiglia, sono riuscita a mandare quasi tutti i ragazzi a scuola, grazie allo straordinario aiuto di amici sconosciuti incontrati su Twitter. Ho anche comprato il frigorifere e le pentole e la cucina a gas e quella a carbone, grazie a Luciano Cannito e ad Antonio Carlino, che mi ha permesso di fare questo viaggio di coscienza e conoscenza verso quello che spesso leggiamo e ci diciamo "poverini".
I poveri siamo noi con i nostri i pad le nostre borse di marca il cibo buttato via perchè è troppo e fa ingrassare.
Queste sono le foglie di cui si cibano
Odio il mio mondo menefreghista che sa solo dire " mi piange il cuore" No stronzi il vostro cuore non piange, fino a quando non vedrete non potrà piangere. Il mio è lacerato arrabbiato scontento ostile. Provo troppe cose per poter dire realmente come sto, ma di una cosa sono sicura, ce l'ho con me stessa per non essermi impegnata prima a dar voce e volti a chi è dimenticato anche da Dio.
Come può un bambino non mangiare e bere? Oddio è inconcepibile che ci siano degli esseri umani che non hanno la possibilità di bere e lavarsi. In questi villaggi non trovi i panni stesi al sole, non trovi gli alberi ricchi di frutta, niente avocado, papaia, mango, banane, ananas, niente campi coltivati di riso, the, mai, canna da zucchero. Qui non trovi NIENTE! E io stronza, che desidero farmi una doccia e che impreco perchè non c'è corrente e non posso collegarmi col resto del mondo.
Eppure ti sorridono ti parlano e poi chiedono, certo e come biasimarli se ti chiedono soldi per andare in ospedale o per comprare del cibo? Che gli rispondi, no non faccio la carità perchè siete troppi, oppure andate a lavorare?
L'attesa per un biscotto
Ora il mio impegno sarà quello di riuscire a potere degli aiuti, del cibo e dell'acqua, non sarà una gran cosa e non so neppure se ci riuscirò, ma mi impegnerò a fondo affichè queste piccole comunità abbiano dei giorni in cui poter festeggiare con bel vero cibo e magari anche tre caprette, hanno bisogno di carne e poco mi importa se gli animalisti piangeranno la loro morte.
Questa comunità sta meglio, hanno le capre ma non l'acqua
Qui non esiste la storiella del sanguinario Kony e dello stronzo americano che si sta arricchendo alla faccia dei bambini. Che venga qua ad aiutare invece di armare l'esercito del Presidente Museveni che se ne frega della sua gente. Dimenticavo, uscia da un villaggio incontro una schiera di casette rosa, molto carine che fanno a pugni con le capanne di paglia appena lasciate, il nostro traduttore non aspetta che gli faccia la domanda, sorride e dice "Questa casa è del Presidente Museveni".
Quello che più odio è l'assoluta mancanza dei più semplici diritti umani, qui non ci sono diritti, qui c'è solo il nulla fatto da esseri umani

domenica 18 marzo 2012

Non riesco, quindi faccio parlare le immagini

Nord Uganda regione di Karamoja distretto di Kinpiripirit
Le conseguenze della mancanza d'acqua,che il governo non provvede a far arrivare in questa
regione.
I bambini non mangiano
Assistenza sanitaria negata. Tumore della pelle
Bambini nell'unico ospedale della regioe, in attesa che arrivi il lunedì per poter essere visitati
Disidratazione
Senza parole
Le lenzuola le portano da casa

giovedì 15 marzo 2012

Petizione per Marvin Richard gay ugandese






Kyengera, 11 Marzo 2012

Dear EveryOne Group, I am writing to you about the young Ugandan gay activist Marvin Richard Kalanzi. I work in Uganda in contact with humanitarian organizations and I know very well the plight of gays in this country. Unfortunately, homophobia is a serious problem at all levels. If Parliament continues to propose a law that criminalizes homosexuality, even the common people is full of prejudices and hatred against gays and lesbians. I will confirm that in Uganda it is impossible to live the homosexuality in public and just a rumor is enough because a person is suffering discrimination and violence. The episodes of intolerance and violence against gay people are numerosus, even if the victims do not make complaints, because even the authorities don't protect the LGBT persons. That's why I add my testimony to the repost of  EveryOne Group and the Movement for Justice, and launch a desperate appeal to the Dutch government, the EU and UN High Commissioner for Human Rights. Do not deport Marvin to Uganda, because in this country he would suffer severe institutional persecution and risk his life. 

Sincerely, Morena La Rosa, human rights activist

 Hajji Katende 
 Kyengera, Uganda


Appeal to the Netherlands and the EU: Save the gay refugee Marvin Richard Kalanzi

Amsterdam/Rome, March 9, 2012. Both male and female homosexual activity is illegal in Uganda. The persecuted homosexual communities already face heavy fines and lengthy jail sentences. Discrimination against homosexuals is a massive issue in Uganda, where a new bill has been introduced by Parliament, providing for harsher penalties for homosexuals, including the death penalty for "repeat offenders".
90% of Ugandans said that homosexuality should be rejected by society.Numerous serious events of violent repression against gays and lesbians are still taking place in the country. With this premise, EveryOne Group is supporting the campaign to save Marvin Richard Kalanzi from deportation back to Uganda from the Netherlands. This is, for both the Netherlands and the EU, a great challenge of civilization and respect for human dignity. 
Free Marvin Richard Kalanzi

Free Marvin Richard Kalanzi – 24year-old Gay Uganda Activist, standing for freedom and justice and detained in a Dutch Prison (Netherlands).

The Netherlands is known as one of the foremost countries in the World for recognising and protecting the rights of LGBT people. However, behind closed doors, the Human Rights of gay men and Lesbians are being abused by the Dutch authorities, who are deporting Gay and Lesbian asylum seekers back to countries where their sexuality is not accepted and where they face torture, imprisonment, forced marriage and death at the hands of anti-gay mobs.
Kalanzi M. Richard Lived openly and proudly as a gay man in Uganda, despite the abuse and threats he faced. His sexuality was a common knowledge in his country and anti-gay bigots campaigned for his arrest. As a result he was imprisoned, beaten and tortured.

Kalanzi fled Uganda and came to the Netherlands early in 2011 and applied for asylum upon his arrival. The Dutch IND (immigration authorities) acknowledged his sexuality as a gay man from Uganda, but but they disputed how he got to the Netherlands, hence his asylum was refused. Kalanzi was forcefully requested to sign a letter agreeing to his deportation letter, which he refused to do. He was taken to Rotterdam Prison on 28th June 2011 and until today he doesn’t know when he will ever be released.

In Uganda there is a particularly toxic climate for LGBT people. The Parliament has brought back the Anti-Gay Bill back in the house, and this time they are more than willing to pass it. This legislation would sentence LGBT people to life imprisonment or execution, and violence toward LGBT people is rampant in the country. Despite this the IND is still trying to Marvin Kalanzi back to Uganda. The IND often come to the prison to ask him to sign the deportation letter, but he has continuously refused and he was assured on the last occasion that if he doesn’t sign the papers he was going to rot in the prison.
We cannot let this happen to Kalanzi. LGBT asylum seekers like Kalanzi must have the right to live openly and in safety; this is basic Human Right. Many people like Kalanzi are stuck in Dutch prisons as though they committed crimes: escaping from persecution is not a crime. Kalanzi must be free to live and love as who he is.


Movement for Justice
www.movementforjustice.org

EveryOne Group
www.everyonegroup.com


PetitionWe call for the immediate release of Kalanzi Marvin Richard from Dutch immigration prison (the Netherlands).Sign the petition: http://www.gopetition.com/petitions/free-kalanzi-marvin-richard/sign.html

giovedì 8 marzo 2012

8 Marzo in Uganda è festa nazionale!?

Non volevo scrivere niente su questa giornata, ma stamattina svegliandomi e vedendo tutti i bambini a casa, ho chiesto a Maria come mai non fossero a scuola.La risposta mi ha lasciata a bocca aperta, oggi è la festa della donna e nessuno lavora, festa nazionale, tutto chiuso, negozi, banche, scuole.
Ma la ciliegina sulla torta dell'assurdità è che oggi le donne, tutte le donne ugandesi non cucinano!!!
Straordinario, per uno stato dove la donna non ha diritti, dove gli uomini le lasciano dopo aver figliato perchè stanchi di avere problemi, o perchè ormai lei è vecchia sfatta e ne vanno a cercare una più giovane, dove uno stato se ne frega se queste finiscono in mezzo ad una strada con i loro bambini, dove un uomo se ne va perchè il figlio è disabile e accusa  la donna di tradimento, già perchè non è possibile avere un figlio non sano, non per l'uomo ugandese.
20 anni abbandonata
Ma oggi sono le regine del niente! In questa casa dove non ci sono uomini ma solo bambini e ragazze madri, non si cucina comunque è la loro festa e allora, ma sì dai, andiamo a comprare il pollo alla griglia e festeggiamo il dolce far niente........Riesco solo ad essere ironica, perchè se dovessi essere seria mi metterei a piangere da tanta ignoranza. Ora guardatele queste donne che oggi non fanno niente???
 22 anni abbandonata
 16 anni abbandonata
15 anni abbandonata

lunedì 5 marzo 2012

Vogliamo a casa Rossella Urru

Sabato in tutto il web è risuonato l'eco che Rossella Urru era stata liberata, pianti risate, ma nulla era vero.
Non si sa perchè dalle tv sia uscita questa notizia, sta di fatto che la Farnesina non conferma e che la Boniver, invita tutti noi al silenzio, perchè, sostiene, fa più male che bene parlarne.
Arrivano poi le accuse che la colpa di tutto questo clamore è delle persone, che come me urlano da giorni il nome di Rossella e che la vogliamo libera.
Niente di più sbagliato.
Sono stati i giornali e i telegiornali a fare chiasso sulla sua libertà, ferendo ancora una volta la famiglia, ma si sa, ai giornalisti frega poco dei sentimenti, l'importante è fare notizia!


Le nostre parole scritte, il nostro chiedere tutti i giorni Rossella a casa, invece è arrivato fino al deserto, nelle stanze della politica, in quelle delle ambasciate e la macchina è entrata in funzione. Ora sono iniziate le trattative e sono iniziate davvero. Se si ha la pazienza di andare a leggere, di cercare, si trova che sì è vero, ora stanno davvero pensando alla liberazione di Rossella Urru insieme al governo spagnolo, perchè ricordiamo che oltre Rossella ci sono altri due ostaggi spagnoli con lei  Ainhoa Fernandez de Rincon e Enric Gonyalins.


Dunque, noi donne e Uomini del web continueremo a parlare di Rossella e continueremo a scrivere #Rossellaacasa perchè sappiamo che la nostra voce non fa male, ma serve a temìnere alta l'attenzione dei nostri governanti