Pensando

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Libera di Essere

sabato 21 luglio 2012

Luglio 2012 mese delle mutilazioni genitali femminili in Uganda


Nella regione di Karamoja questo mese le bambine subiranno la MUTILAZIONE GENITALE. Non basta che vivano in una delle zone più povere e meno aiutate del Nord Uganda, ora devono imparare a subire una tortura voluta non si sa da chi, dato che l'80% di loro o è orfana o è stata abbandonata dal padre. Vengono usate delle spine, conosco le spine che verranno usate per far tacere per sempre la loro sessualità, sono spine bianche appuntite e fanno orrore, perchè queste piante decretano la povertà, la polvere che si attacca alla spina, il sole che brucia le spine, le spine che ricordano Cristo, sì ho pensato questo quando ho visto queste spine. Mi sono detta è con questa pianta che hanno fatto la corona a Cristo, questa corona a Luglio verrà indossata da centinaia di bambine di 8- 9 anni
Pianta di spine che serve per chiudere la sessualità delle bambine nella regione di Karamoja

Questa pratica era stata abbandonata ma con la ricaduta causata dalla grande carestia, le tradizioni barbare sono tornate a fare da padrone. Chi è il padrone e perchè si accetta silenziosamente che si torurino le bambine? E ancora, perchè le varie Ong che ho visto sopratutto a Moroto non si muovono, non denunciano questa barbarie, che senso ha questo cartello che indica l'Europa Finanzia, cosa se questa è la città più povera e maledetta che abbia mai visto? Datemi delle spiegazioni perchè davvero non capisco.

So solo che tra due giorni in Uganda e torno con l'angoscia che quelle bambine che ho incontrato nel viaggio verso Moroto saranno torturate, saranno private con immenso dolore psicofisico di un pezzo del loro corpo.
Allora andrò lì a vedere a parlare a capire perchè e se posso a salvarne qualcuna. So che molti di voi mi hanno aiutata a partire per il progetto casa, ma questa è un urgenza, non posso tornare e far finta che questo non mi riguardi, la dignità i diritti delle bambine mi riguardano, qundi userò i vostri aiuti per andare da loro e sperare di strappare via dalla tortura queste bambine

domenica 15 luglio 2012

I Rom non sono come noi (?)

Lei ha mal di denti è andata in una struttura pubblica e il dentista invece di curarle un dente cariato ha deciso di estrarlo senza curarsi dell'ascesso e l'ha mandata via, gli altri denti sono ancora lì cariati e doloranti.
Per un caso fortuito ho saputo del suo bisogno di un dentista, l'ho chiamata ci siamo incontrate e l'ho accompagnata da un dentista che conosco da quando ero bambina e che ho ritrovato dopo 30 anni quando ero in partenza per l'Uganda scoprendo che anche lui stava andando lì ad insegnare gratuitamente il lavo a 16 ragazzi.
Lo chiamo e gli chiedo se può visitare la mia giovane amica e se lo fa gratuitamente. Le ha tolto delle piccole radici, le ha insegnato il modo corretto di curare la bocca, l'ha sgridata perchè i denti vanno lavati sempre e se non lo si fa questi si cariano e che diamine a 16 anni non si può avere una bocca conciata così male.
Lei si sente mortificata gli chiede scusa ma lui è burbero ma buono, e le regala spazzolino e molti dentifrici.
Lei per ringraziarlo le regala uno dei suoi disegni, lo scelgo io, è disegnato con fili d'erba, un volto di donna, lui si commuove quando sa che questo è il suo modo per aiutare la famiglia.

Andiamo a mangiare, parliamo un pò e scopro che lei e la sua famiglia, 10 persone in tutto, non vivono in una baracca come gli altri rom, lei è fortunata abita in una casa, casa??? La casa è composta da due stanze dove manca il pavimento, non ci sono le finestre, niente termosifoni per l'inverno e niente frigorifero per l'estate, niente bagno. Ma sono felici perchè avendo una casa non devono avere paura della polizia. Questa bellissima casa costa € 380 al mese.


Lei ha 16 anni, studia al liceo artistico e aiuta  al mantenimento della famiglia vendendo per le strade i suoi dipinti. Suo padre aiuta nei mercati a scaricare le verdure, quando lo chiamano e riesce a guadagnare in quel giorno €30. Suo fratello è un aiuto cuoco ma non riesce a trovare lavoro perchè non sa leggere.
Una famiglia povera ma unita, una famiglia che si aiuta ma che ha bisogno di aiuto. Mi spiega che il problema maggiore non è quello del cibo, ma quello di trovare i soldi per pagare l'affitto e la luce, una lampadina spartana ma che serve in inverno per accendere quelle belle stufette magia soldi. In inverno spendono anche € 1.000 per potersi scaldare. Questo è il loro grande problema, senza un lavoro fanno fatica a pagare e la padrona di casa vuole aumentare ancora l'affitto. Sono inorridita, come può una padrona di casa chiedere così tanti soldi per una casa priva di agibilità chi è questa carogna? Sorpresa la proprietaria è un africana e qui mi prende lo sconforyo la rabbia sale. Davvero non capisco, ma come diavolo fa una donna africana sfruttare una famiglia povera, dal suo vissuto non ha davvero preso niente, oppure già nel suo paese era un infame o lo ha imparato da noi che ci sono i poveri dei poveri, gli ultimi degli ultimi?

Come si fa a pretendere un affitto quando questa famiglia non ha diritti per il solo fatto che è rom?
Perchè continua ad esistere lo sfruttamento nello sfruttamento, davvero non lo capisco.
Scrivo il mio sconcerto su Twitter e una persona mi risponde con questa frase

" D'accordissimo, ma adesso la casa non ce l'abbiamo manco noi italiani! Lavoro neppure. Quindi?" La mia risposta è il dubbio che ad un italiano si affitti una casa così, lui dubita e insinua il dubbio in me, allora gli rispondo che se anche lui ha questo problema, cercherò di aiutarlo come vorrei fare per questa ragazza e la sua famigli. Non ricevo più nessuna risposta. Vorrei davvero insultare questa persona, chiedergli se non si vergogna di fare distinzioni fra italiani e rom, come se i rom non fossero persone con dei diritti . Come si permette a scrivere una frase che mi ricorda tanto quelle che ricevevano i meridionali quando venivano al nord in cerca di lavoro. Se non capisce che è grazie a persone come lui che esisteranno sempre poveri, razzismo, differenze e che diamine, cosa gli ha insegnato la vita, a stare nel proprio mondo piccolo ottuso e dal guai a toccarmi la mia erba il mio Ipad e sparisci dalla mia vista che sei solo un inutile insetto.
Che sia chiaro non sono sconcertata, sono arrabbiata, avvelenata, davvero non tollero tanta ignoranza menefreghismo cattiveria ottusità egoismo e stupidità umana.


Perdonatemi ma ho usato dei soldi che mi avete dato per andare in Uganda, li ho usati per dare una mano a questa piccola grande ragazzina che lotta nella società e nella scuola per far sapere che i Rom non sono bestie, che sanno studiare lavorare e che non rubano non indossano oro e argento, che credono in Dio e nella sua bontà. La mia missione è di aiutare chi ha bisogno e in quel momento questa ragazza aveva bisogno, non ho tolto ai bambini ugandesi, a loro arriverà il 99% del vostro aiuto, ma non potevo, non posso non aiutare chi soffre, sia che si trovi in Africa che in Italia

domenica 1 luglio 2012

Un triste aggiornamento


Caso Hamdy Al-azazy: agonia dei diritti umani


di Roberto Malini


Milano/Arish, 1 luglio 2012. Nonostante le promesse, purtroppo né l'ONU né le altre organizzazioni che tutelano gli attivisti nel mondo hanno messo in atto alcuna procedura efficace per salvare Hamdy. E' sconcertante, perché a Ginevra e in tanti paesi le Nazioni Unite hanno funzionari dello Special Rapporteur on Human Rights Defenders, mentre il Consiglio d'Europa finanzia le attività di molte organizzazioni per assistere gli Human Rights Defenders. Hamdy è noto in tutto il mondo. Le sue interviste sono state diffuse dalla CNN, dalla BBC e da altri importanti network, mentre tutta la stampa mondiale ha dato spazio alle sue azioni. Tuttavia, oggi l'attivista egiziano mi ha scritto queste poche righe:


"Dear Roberto
Please don't leave me.
I am in a real denger, please help me soon, i am still in Sinai and i can't move to Cairo, may be tomorrow morning early with be there and will go to Italian Empassy. Please call them and tell I am coming to meet with them.
Thanks
Hamdy"


(Caro Roberto, per favore non abbandonarmi. Sono in reale pericolo, ti prego di aiutarmi in fretta, sono ancora nel Sinai e non posso spostarmi al Cairo. Forse nel primo mattino di domani potrò andare all'ambasciata italiana. Per favore avvertili e comunicagli che sto recandomi a un appuntamento con loro. Grazie, Hamdy)


Hamdy è solo, ancora ad Arish, mentre i trafficanti spiano la sua abitazione e gli hanno inviato le più atroci minacce. E' così che funziona, nel mondo, la protezione dei difensori dei diritti umani? L'ambasciata italiana non intende riceverlo, mentre l'Onu vede in lui un problema diplomatico nei confronti dell'Egitto. Stiamo lottando conto il tempo, l'indifferenza di tutti, l'organico di una delle più potenti mafie del pianeta. Questa è l'agonia dei diritti umani. Ci inventeremo qualcosa, anche se in questo momento non so cosa...